Castello di Baia. 360° sui Campi Flegrei_COPERTINA

Castello di Baia. 360° sui Campi Flegrei

Una prima domenica del mese diventa l’occasione per vistare il Castello Aragonese di Baia. Credo di esserci stata da bambina. Ma i ricordi sono flebili. Ho cancellato completamente la meravigliosa vista  a 360° sui Campi Flegrei che si scorge dalla spendida Piazza d’Armi .

Si vede tutta la baia: da Nisida a Miseno.

Il Castello di Baia è stato voluto da Alfonso d’Aragona sul finire del XV secolo. Il Castello fu costruito su questo promontorio per la notevole importanza strategica. Da questo punto si poteva controllare l’intero Golfo di Pozzuoli ed evitare così l’avvicinamento delle navi nemiche .

Oggi il Castello di Baia non ha la forma architettonica orginaria . Ho subito varie trasformazioni negli anni. Trasformazioni, un po’ volute dal vicerè spagnolo Don Pedro,un po’ dovuti alla distruzione con l’eruzione del Monte Nuovo , un po’ dovuti alla necessità di adeguare l’architettura ai moderni sistemi di difesa.

 

 

La cosa interessante è che il Castello di Baia ha le mura appoggiate sulla roccia tufacea . È difeso naturalmente ad est, da un alto precipizio a picco sul mare, mentre ad ovest, dalla profonda depressione dei vulcani chiamati “Fondi di Baia” . Il Castello, inoltre,  non disponeva di nessuna rampa d’accesso , ma solo fossati e ben 5 ponti levatoi, per cui era inespugnabile.

 

 

 

Negli anni ha avuto diverse destinazioni d’uso, è stato occupato dai militari,è divenuto luogo di detenzione,orfanotrofio e poi nel 1993 sede  del Museo Archeologico dei Campi Flegrei.

 

 

 

 

 

 

All’interno ci sono sale che si susseguono una dopo l’altra. In esse sono esposti reperti rinvenuti nei siti archeologici dell’area flegrea. Così ci sono sezioni dedicate a CUMA, PUTEOLI, RIONE TERRA, LITERNUM, BAIA e MISENUM.

 

Il Castello di Baia dista da Napoli 15 Km . Consiglio di utilizzare l’auto. Info qui


 Le foto sono state scattate da me e dal mio nipotino. Non posso essere utilizzate se non dietro autorizzazione.

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