Strasburgo è una città di mezzo, tra tradizioni francesi e tradizioni tedesche e un occhio abituato a viaggiare si accorge subito che questa città, apparentemente silenziosa conserva una storia lunga e travagliata.
Ci sono due modi per vedere una città: o la si vede quando brulica di gente o la si esplora quando tutto tace.
Il secondo modo è quello che preferisco, perché è nel silenzio che un luogo si rileva agli occhi di un viaggiatore.
Con un treno da Basilea, io e l’inglesino, arriviamo a Strasburgo, dopo circa un’ora e venti. Il cielo è grigio chiaro .Usciti dalla stazione, sentiamo anche con indosso piumini una temperatura frizzantina da fare raddrizzare tutti i sensi . Ma l’entusiasmo di esplorare una città mai vista ci fa superare la voglia di caldo.
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Andare a Basilea è stato come fare un ripasso delle leggi fondamentali del Marketing Territoriale.
È la prima volta che una città riesce a catturare la mia curiosità sull’utilizzo del marketing ancora prima di partire.
Comprati i biglietti aerei per Basilea, è partita la caccia alle informazioni : Cosa vedere? Cosa fare? Dove andare ? Dove alloggiare ? Cosa mangiare? Come muoversi ?
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Il vero viaggiatore è colui che non solo ha la capacità di scegliere mete singolari ma è capace anche di andarci in un periodo insolito 😉
Questa volta, io e l’inglesino, siamo andati a Basilea . Basilea è famosa per il suo Carnevale che viene presentato con lo slogan ” Un vent de folie sur la ville“, per la manifestazione di arte contemporanea “Art Basel” e per la più importante fiera di orologi e preziosi “BaselWorld” , ma noi la visitiamo quando tutto tace !!!
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2° Giorno – Beyoǧlu – Torre di Galata – Ortaköy
La mattina del secondo giorno a Istanbul siamo eccitati . Abbiamo una gran voglia di scoprire la città.
Iniziamo con una passeggiata nel quartiere di Beyoǧlu descritto come trendy e pieno di vita, siamo nel quartiere dove sorge l’iconica Torre di Galata .
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Istanbul è una città magica.
Una città piena di contraddizioni, percettibili anche solo muovendoti tra le strade intrise di storia e di modernità. Un popolo, quello istanbuliota, che vive in un luogo interrotto da una striscia di mare. Un popolo che trascorre la vita in modalità “elastico”. Teso tra un passato glorioso e le tradizioni tramandate dall’oriente e la voglia di adeguarsi agli usi di noi europei.
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