Lo shopping di souvenir è quando viaggiare fa rima con comprare? Ma come trovare l’OGGETTO UNICO made in local?
Adoro viaggiare da sempre e forse a qualcuno non è sfuggito 😉
Viaggiavo già negli anni ’90, quando si preferiva il treno all’aereo. Viaggiavo quando il concetto di “volo low cost” non era stato ancora pensato.
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Le aziende dei prodotti “ made in Naples” hanno un asso nella manica: avvicinare i turisti . Ma devono imparare a giocare.
Potrebbe non essere più necessario per le PMI campane investire enormi capitali sull’esportazione. Ma utilizzare gli stessi per elaborare adeguate strategie di vendita & marketing per attirare in loco il target tourist customer e vendere prodotti a Km 0.
La mia idea di rendere le PMI visibili con strategie di marketing adeguate, è avallata dalla lettura degli ultimi dati presentati a Venezia. Rapporto tra Turismo Internazionale e Italia .
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Bordeaux ( prima tappa del ON THE ROAD ) è una di quelle città che mi ha incuriosito appena scesa dall’aereo. Avevo letto del piano di trasformazione edilizia e del recupero patrimoniale da parte del sindaco. Avevo letto della biennale di architettura ( Agorà) che si è fissata un obiettivo di recupero ogni due anni, avevo letto che oggi il motto di Bordeaux è : 2030.
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A Biarritz ci siamo stati tre giorni, ma bisognerebbe rimanerci almeno altri dieci per assaporare la vita autentica di questa cittadina sull’oceano che sembra, in apparenza, essere popolata solo da surfisti ma è meta per fashionisti e buongustai.
Molto interessante è una passeggiata al Centre Ville e scoprire indirizzi dove mangiare o comprare oggetti “made in local” da portare a casa.
Puoi scaricare qui gli indirizzi provati da me
Place Clemenceau è il centro nevralgico di Biarritz. Da qui partono le principali strade commerciali della città: Mazagran, Gambetta, Helder, V. Hugo, Foch, Verdun, e Edward VII.
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Visita all”Expo 2015 di Milano . Volevo esserci, vovevo essere fiera di essere italiana.
Sono stufa di sentire chi denigra il lavoro degli altri. Vorrei sapere a cosa serve mettere in evidenza gli errori e mai le vittorie? Perché questa cattiva comunicazione, tutta italiana, intorno all’Expo 2015?
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