Da Büyükada al Gran Bazar è un attimo ISTANBUL : Una megalopoli nel mezzo

5° Giorno – Da Büyükada al Gran Bazar è un attimo

Il quinto giorno a Istanbul scopriamo che è un giorno di festa nazionale ed il caso ha voluto che avessimo organizzato, dall’Italia, una gita fuori porta. Partiamo per Büyükada una delle 9 isole denominate “dei Principi” .

Oramai siamo preparati, tutti i traghetti partono dal molo di kabatas che dal nostro albergo dista giusto una passeggiata in discesa.

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Purtroppo, non siamo stati fortunati. Non abbiamo previsto né che fosse un giorno festivo né che il clima avesse portato pioggia. All’imbarco c’è una folla spropositata. Del resto Istanbul ha circa 15.000.000 di abitanti e trovare luoghi poco frequentati è impresa complicata.

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Impavidi e abituati ai traghetti del fine settimane per le isole del golfo di Napoli, partiamo mischiandoci tra la folla. Il traghetto, quello delle 10:30, è in overbooking, ma riusciamo a trovare un posto all’interno, lato finestrino. Il vetro, come su qualsiasi traghetto del mondo, è impolverato da una salsedine inconfondibile che ci farà vedere un panorama sfocato per tutto il tragitto.

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In viaggio ci sono tanti gruppi formati da intere famiglie con i nonni a seguito. I ragazzi in coppia attirano la mia attenzione, nello spiare il loro modo di comunicare si avverte innocenza . La postura, il guardare e non guardare, i sorrisi, le parole per me incomprensibili e l’abbigliamento di alcune ragazze mi riportano alla mente immagini da cartolina degli anni ’50, quella semplicità vista nei ricordi fotografici dei miei genitori.

Le ragazze, non tutte, sono vestite in un modo affascinante. Indossano sovrapposizioni di stoffe colorate il cui distintivo è l’utilizzo o il non utilizzo dei foulard, dei gioielli o del trucco.

Essere ad Istanbul, su questa mini crociera sul Mar della Marmara, è una sensazione più che un’appartenenza .

Ho letto un’ intervista di un attore turco che vive a Parigi che diceva che a noi europei piace descrive Istanbul come la città divisa tra Oriente ed Occidente, mentre loro considerano la città un unico insieme, un’unica appartenenza. Ha ragione.

Però, è anche vero, che noi turisti, a Istanbul, ci immergiamo in un melting pot di razze e cultura che non trasmettono le stesse sensazioni che si provano a Londra, Parigi o New York qui senti decisamente che sei al confine di qualcosa. Una demarcazione che inevitabilmente ti fa cambiare il passo.

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Le Isole dei Principi

Le isole dei Principi o semplicemente Adalar ( le isole – in turco) sono un gruppo di nove isole. Sono chiamate così perché qui venivano esiliati principi e principesse durante il periodo bizantino. Poi sono diventare un luogo di residenza estivo delle ricche famiglie turche, ebraiche, greche e armene nel tardo periodo ottomano.

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Oggi solo quattro isole sono accessibili al pubblico :

  1. Büyükada(“Isola grande”) è l’isola più grande e la più visitata. La bellezza di quest’isola e nelle architetture delle bellissime ville in legno in stile vittoriano e nelle colline lussureggianti i cui sentieri si possono percorrere esclusivamente a piedi o in bicicletta.
  2. Heybeliada (“Isola della bisaccia”). È un’alternativa a Büyükada: meno frequentata con la presenza di uno storico monastero dell’XI secolo.
  3. Burgazada(“Isola della Fortezza”) è un’isola piccola frequentata da chi ha origini greche.
  4. Kinaliada(“Isola dell’henné”) e un isola che offre tanto verde e calette per fare il bagno. Il suo nome deriva dal color rame della terra.

Büyükada

Arriviamo a Büyükada dopo circa un’ora di traversata , scesi dal traghetto ci troviamo subito nella piazza principale e siamo arrivati decisamente in un villaggio estivo.

A Büyükada non ci sono auto.

Credo che a parte i residenti che sono dotati di piccoli motorini, ai visitatori è consentito di andare in bicicletta o prendere una carrozza trainata da cavalli (fayton). Piove e fa freddo, purtoppo il nostro giro sarà breve.

Al centro della piazza c’è la torre dell’orologio eretta nel 1923 nell’anno in cui fu fondata la Repubblica Turca. Ed è qui che bisogna decidere se fare un giro in bici ed esplorare la collina o andare per le vie del centro.

Mi dispiace dirlo ma abbiamo deciso di perlustrare la zona in carrozza. Senza vestiti adeguati, l’alternativa era di ritornare a Istanbul senza neanche farsi un’idea di Büyükada.

Il giro in carrozza ci ha permesso di prendere confidenza con il posto ed immaginarlo in primavera. Il periodo migliore per visitare le Isole dei Principi.

Oggi so che sarebbe stato meglio organizzasi con un K way e fermasi ad ammirare , secondo i nostri tempi, gli edifici storici (kosk) e le ville in legno con il loro stile romantico (konak) che ricordano quelle descritte nei romanzi di scrittori russi.

Sarebbe stato bello potersi fermare sulle scogliere e magari raggiungere una delle calette vicino al mare e godersi il profumo dei pini.

Facciamo un giro a piedi nel centro. C’è un susseguirsi di ristoranti e punti ristoro e dopo tre ore siamo già sul traghetto di ritorno. Piove troppo e non ci sono ripari.

Ho un rimpianto di non essere riuscita a fotografare l’ascensore di Anadolu Kulübü

Vi lascio due ( 1 e 2 ) link da cui è possibile prendere informazioni sulle isole dei Principi.

Gran Bazar

Ritorniamo a Istanbul. Decidendo di dedicare il resto della giornata al Gran Bazar. Continua a piovere e bisogna cercare un posto al coperto .

Scesi a Kabataş prendiamo il tram diretto a Bağcılar e scendiamo alla fermata di Beyazıt Square che è vicinissima alla porta d’ingresso del Gran Bazar denominata Nuruosmaniye Kapisi.

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Prima di entrare nell’affollatissimo Gran Bazar andiamo a mangiare nel piccolissimo ristorante Bahar consigliato dalla loney planet. Consigliato, piatti locali, semplici e saporiti.

Tutti dicono che bisogna fare un giro al Gran Bazar, ma, come immaginavo non è affatto un’esperienza irrinunciabile anche se si è amanti di shopping e mercati come lo sono io .

Io abito a Napoli e sono abituata a vedere mercati e folla. In questi luoghi è difficilissimo, al primo giro, riconoscere i banchi di chi vende cose buone da chi vende merce scadente o contraffatta, bisogna sempre informarsi prima, magari  da qualcuno che abita in quel luogo.

Il mio consiglio è di visitare il Gran Bazar in un giorno infrasettimanale magari con un clima fresco e possibilmente di mattina. Bisogna prepararsi un giro di massima  segnarsi sulla cartina il percorso da una porta d’ingresso a quella di uscita .

All’interno del Gran Bazar, per così dire, ci sono due viali principali

  • Kalpakcılar Caddesi ( letteralmente la strada dei cappelli di pelliccia)  che collega le porte di Nuruosmaniye Kapisi con quella di Beyazıt Kapisi . Lungo il viale si accede al Sandal Bedesteni un magazzino in pietra sotto 20 cupole dove all’origine si vendevano  soprattutto stoffe e che è il luogo di origine dell’intero bazar voluto da  Fatih Sultan Mehmet ( ovvero Mehmet il Conquistatore ) nel 1461.
  • Yağlıkcılar Caddesi che collega la porte di Çarşı Kapisi con quella di Örücüler Kapisi. Su questa strada, c’è una delle due piazze dove in cui i commercianti pregano insieme prima di iniziare a lavorare la mattina la piazza denominata Şark Kahvesi .
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Il Gran Bazar è un luogo complicato, labirintico, chiuso, asfissiante, assordante, abbondante al punto che dopo poco decidi che ne puoi fare a meno e così che procediamo per Mahmutpasa Yokusu , impressionante, fino alla Moschea Nuova.

Unico indirizzo di shopping che ho individuato per gli amanti di saponi è Abdulla  

Moschea Nuova

La Moschea Nuova (Yeni Camii) che in realtà ha 4 secoli di storia ed è chiamata la “Moschea delle donne” perché il progetto iniziale, iniziò nel 1579 sotto l’occhio vigile di Safiye Sultan, madre del Sultano Mehmet III. 

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Le donne che vivevano al’ombra del sultano, compreso la valide sultan cercavano modi per essere ricordate ed dedicarsi alla costruzione di monumenti era uno dei tanti modi per essere considerate anche loro influenti.

Il progetto ambizioso della Valide Sultan, fu criticato dai giannizzeri, ovvero dal  corpo di guardia reale del sultano, che sosteneva che le spese necessarie per la sua costruzione erano superflue. Così, l’ambizioso progetto fu abbandonato per poi essere ripreso ben dopo 57 anni da Hatice Turhan Sultan, la madre di Sultan Mehmet IV.

Quando Mehmet IV salì al trono nel 1648,  aveva appena sei anni. La madre riuscì abilmente ad utilizzare il progetto architettonico della moschea per accresce il suo potere e preparare a governare successivamente il figlio che è stato uno dei sultani più longevi.

Eminönü_luogolungo_2

Siamo ad Eminönü centro nevralgico sul Ponte di Galata. Ormai è quasi sera e facciamo l’ultimo giro alla vecchia e scenografica stazione Sirkeci dove arriva l’Oriente Express e poi a cena e nanna.

Sirkeci_luogolungo_2

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Esther

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