Un Palazzo, una Reggia e la realizzazione di una strada : Corso Amedeo di Savoia era Corso Napoleone

L’idea di percorre a piedi, per me la prima volta, il Corso Amedeo di Savoia mi ha allettato leggendo l’incipit dell’invito dell’associazione culturale di Napoli ( se volete informazioni basta scrivermi)

Un itinerario di 2 ore tutto in salita. Dal piazzale della chiesa di Santa Maria alla Sanità fino ad arrivare allo Scalone del Niccolini .

LA STRADA VERSO LA REGGIA. UN NUOVO “CORSO” PER LA STORIA.  “Ciascuno di noi ha una storia, ma anche le cose e i luoghi ne hanno una. Noi vogliamo raccontarvi una storia che ha per protagonista un ponte. Un ponte che taglia, che divide, che unisce, che resiste. Un ponte di collegamento, quello della Sanità, che a partire dall’Ottocento muterà l’assetto urbanistico di Napoli creando nuove prospettive con la realizzazione di Corso Napoleone e dello scalone monumentale del Niccolini.  Un ponte verso la libertà. Quella difesa, a costo della vita, contro la linea del fuoco nemico nazista.”

Vista Ponte Sanità_Napoli_LuogoLungo

A dire il vero l’Urban Safari con questo clima “autunnale – estivo “ è stato un po’ caloroso , ma i racconti storici oltre a portarmi indietro nel tempo, mi hanno fatto comprendere il presente.

La passeggiata parte con un raduno davanti alla basilica di Santa Maria della Sanità  . La chiesa conosciuta anche con il nome di San Vincenzo detto ‘o Munacone fu eretta, su disegno del domenicano Fra’ Nuvolo tra il 1602 e il 1613, sul sito delle catacombe di San Gaudioso. Quello che mi ha stupito è stato scoprire, nel fascinoso chiostro ellittico, la presenza deturpante di uno dei pilastri del Ponte della Sanità.

chiostro S.maria sanità_Napoli_LuogoLungo

Ecco allora la storia.

Un ponte che venne progettato da Nicola Leandro, sotto denominazione francese per volere di Gioacchino Murat, il quale volle far scavalcare il vallone della Sanità con questa ardita opera, a sei arcate, affinché si potesse collegare più facilmente Palazzo Reale con la Reggia di Capodimonte.

Corso Napoleone, che oggi prende il nome di Via Santa Teresa degli Scalzi nel tratto iniziale e Corso Amedeo di Savoia duca d’Aosta nella parte finale , è un’arteria stradale nevralgica, ma la sua costruzione segnò definitivamente la chiusura del quartiere Sanità che fino ad allora era stato un borgo di artigiani e borghesi.

Oggi il ponte è stato intitolato  a “Maddalena Cerasuolo” perché: Dopo aver fatto da parlamentare dei partigiani con i tedeschi al Vico delle Trone, si distinse molto nel combattimento che seguì. Nella stessa giornata coraggiosamente partecipò anche allo scontro in difesa del ponte della Sanità, al fianco del padre, con i partigiani dei rioni Materdei e Stella.( cit. wikipedia)

Superato il ponte ci dirigiamo in direzione del Tondo di Capodimonte e le due guide ci fanno notare alcuni edifici di interesse architettonico. In particolare :

PALAZZINA VIOLLET 

( Corso Amedeo di Savoia, 179)

Il professore Viollet, il proprietario, fece sopraelevare la propria casa per creare un accesso anche dal corso che diventava sempre più trafficato. I lavori furono affidati all’ Ing. Solimene che recuperò i piani esistenti e ne aggiunse altri due ( oggi si vedono chiaramente ) . Effettuati i lavori i primi due piani, furono destinati ad abitazione; il terzo, a studio medico, con sala di attesa e laboratori. Gli ultimi due – quelli sul corso – uno, fu destinato a casa dello stesso Viollet; l’altro, con il grande atelier in vetro, fu dato in affitto ad una pittrice.

  Palazzina Viollet_Napoli_LuogoLungo  

EDIFICIO DELLA SOCIETA’ FILANTROPICA NAPOLETANA

( Corso Amedeo di Savoia, 182)

Un edificio semplice, se non per la disposizione circolare, costruito dopo l’Unità d’Italia, dalla Società Filantropica Napoletana.

La particolare pianta del complesso, è spiegata dalla decisione di far nascere delle case in linea, lungo il perimetro della grande incavo semicircolare, realizzato negli anni Venti del XIX secolo.

Unico decoro sono i due orologi solari, su fianco sud, del secondo fabbricato.

  Palazzo Filantropico_Napoli_LuogoLungo  

Si prosegue fino ad arrivare al Tondo di Capodimonte. Da qui guardano indietro si ha la prospettiva rettilinea, tipica dei francesi, su tutto il Corso Amedeo di Savoia.

Superato il tondo si accede alla grande SCALINATA realizzata da Antonio Niccolini nel 1836. Uno scalone in piperno chiusa in alto da un piccolo anfiteatro di pietra, al centro un platano secolare e tra i tornanti un giardino romantico all’ inglese e una fontana incardinata con abilità nel dislivello naturale del terreno.

Questa passeggiata mi ha ricordato le gite scolastiche, quando al ritorno a casa, la maestra assegnava il compito :“ Descrivi ciò che hai visto ” .

Non ho raccontato proprio tutto quello che ho visto e sentito, così altre curiosità le potete scoprire con una vostra personale camminata …

 

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Esther

Sono alla perenne ricerca dell'eccezionale!!! Viaggiatrice da sempre con una "passione" per il marketing. Sempre a caccia di idee. Adoro i marchi "made in local" che fanno un buon advertising . Prima avevo un diario adesso un blog dove traccio ipotetici "Tour & Shop"

Commenti (3)

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    sandroale71

    |

    Non si finisce mai di scoprire questa città: che bella passeggiata !!!

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    Pino

    |

    … come già accennato in altra sede sul web… la visita guidata è stata condotta con buona organizzazione, senso di accoglienza verso i visitatori, ottima integrazione delle documentazioni storico-letterarie oltre alla evidente competenza storico-artistica di Antonio e Laura in cui, soprattutto nella descrizione … ma direi … quasi una cronaca in diretta … delle famose quattro giornate di Napoli … sembrava quasi di “vedere” il succedersi degli eventi storici, drammatici e concitati ed intensamente carichi del fortissimo desiderio di rivalsa e libertà di tutto il popolo napoletano nei confronti delle efferate crudeltà dell’ormai odiato oppressore straniero… direi proprio … complimenti ad entrambi…

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      Esther

      |

      Pino hai perfettamente ragione.Partecipare alla visita guidata è stato quasi come vedere un film .
      Infatti l’esperienza fatta mi ha talmente colpito che ho voluto raccontarla e consigliarla.

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